RUSTEGHI
I nemici della
civiltà
da I rusteghi di Carlo Goldoni
traduzione e adattamento Gabriele Vacis e Antonia Spaliviero
regia Gabriele Vacis
con Eugenio Allegri, Mirko Artuso, Natalino Balasso,
Jurij Ferrini
Jurij Ferrini
e con Nicola
Bremer, Christian Burruano, Alessandro Marini,
Daniele Marmi
composizione
scene, costumi, luci e scenofonia Roberto
Tarasco
Fondazione del
Teatro Stabile di Torino/Teatro Regionale Alessandrino
Roma, Teatro Quirino, sino al
20 Maggio
Un teatro di immediata e
sentita comunicazione col pubblico quello di Gabriele Vacis, una comunicazione
di emozioni non solo per la spigliata compagnia di questo spettacolo, ma per il
particolare riadattamento e traduzione che ha conseguito dall'originale testo
goldoniano appartanente al periodo più maturo del celebre autore veneziano. Un
gioco di teatro nel teatro implicito in molte parti cruenti del testo, ma
dichiaratamente posto alla base di questa messa in scena di Vacis, come
dimostra l'inizio: la compagnia in abiti odierni e tute in attesa che il pubblico
si sieda e già in fermento per dialogare con esso, a cominciar dai bravissimi e
coinvolgenti Eugenio Allegri e Natalino Balasso, rispettivamente i due ricchi
mercanti Simon e Lunardo. Quest'ultimo si trova a progettare i preparativi
economici per dare Lucietta, figlia di primo letto, a un giovane di famiglia
altrettanto benestante, Filippetto, figlio del Signor Maurizio. I padri si
contendono avaramente la preparazione del matrimonio senza scrupoli
restringendo la possibilità che i due giovani si vedano prima delle nozze. Le
donne giocano la carta fondamentale della rottura di questo rustego meccanismo
maschilista, permettendo così che i due giovani riescano a scoprirsi. Gli
intrighi e i meccanismi velati nel corso della commedia sono il tramite goldodiano
cui l'autore ricorreva per mostrare la facciata dell'ipocrisia dei rapporti
della società veneziana di allora, e in questo spettacolo messi a fuoco per
ricavarne una verità più odierna che miri alla civiltà e alla libertà dei
rapporti umani, come dimostrano i filmati proiettati, in cui alcuni degli
attori interrompono i loro personaggi per commentare le immagini facendo
riferimento alle loro vissuto relazionale con la famiglia: una sorta di scambio
generazionale. Un susseguirsi di peripezie che tolgono le risate del già citato
Balasso doppiamente impegnato nei ruoli del rude e tirchio Lunardo e il conte
Riccardo, e quelle da superbo istrione spontaneo Jurij Ferrini, anch'esso in
due ruoli, rigido austero sior Maurizio. Dignitosa interpretazione anche quella
di un'insolita e strepitosa siora Felicia, colei che detiene le redini delle
conseguenze dell'ideologia maschilista che cerca di spezzare grazie agli interventi
della signora Margarita, matrigna di Lucetta, e la signora Marina, zia di
Filippetto (interpretati rispettivamente dai giovani e non di meno efficaci
Alessandro Marini e Daniele Marmi).
Ottimo
il gioco di luci e scene ad opera di Roberto Talasco. Entusiasmo e forti
applausi, a cominciare, fortunatamente, dai più giovani. Da vedere!
Buona scena, Mauro Sole!
Nessun commento:
Posta un commento