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giovedì 1 marzo 2012

Carlo Cecchi al Teatro Vascello di Roma


SOGNO DI UNA NOTTE D'ESTATE

di William Shakespeare
traduzione Patrizia Cavalli, regia Carlo Cecchi
scena Roberto Bivona e Carlo Cecchi
costumi Sandra Cardini, luci Stefano Barbagallo
consulenza musicale Nicola Piovani
con  Federico Brugnone, Valentina Ruggeri, Gabriele Portoghese,
Davide Giordano, Sofia Pulvirenti, Barbara Ronchi, Cecilia Zingaro

Cecilia Zingaro, Barbara Ronchi, Sofia Pulvirenti, Giorgio Musumeci,
Silvia D'Amico, Carlo Cecchi, Luca Marinelli, Dario Iubatti, Giorgio Musumeci Alessandro Marmorini, Fabrizio Falco
Pianoforte/diamonica, Valentina Rosati;
batteria Alessandro Marmorini/Luca Marinelli ;
basso elettrico e melody horn Valentina Ruggeri ;
clarinetto Dario Iubatti; flauti Silvia D'Amico, Fabrizio Falco ;
chitarra e glockenspiel Gabriele Portoghese ;
produzione Teatro Stabile delle Marche con il patrocinio dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico"

Spesso e purtroppo si è soliti constatare la mancanza di un rinnovamento dell'azione scenica concreta proprio da parte di quei registi/maestri che hanno fatto la storia degli anni Settanta. A sottrarsi da questo processo a ritroso, fortunatamente ritroviamo ancora oggi uno dei più grandi da sempre, Carlo Cecchi. La sua formula del teatro come concepimento di un “gioco del reale”, il contrario del naturalistico, ritorna con perforante e genuina efficacia nel Sogno di Shakespeare, nato come saggio degli allievi dell'Accademia Silvio D'Amico. Testo ben conosciuto dal grande maestro e messo in scena per la prima volta nel ‘97 con alcuni dei suoi storici attori (Valerio Binasco, Iaia Forte, Tommaso Ragno), rivive in una versione semi-psichedelica a giudicare dai costumi ultra colorati e bizzarri dei personaggi al centro di un reticolo quadrato molto semplice. La frenesia ridondante di una favola ormai a noi nota con una sentita, costante e vera presenza di giovani interpreti calati in un lavoro non limitato alla riproduzione di una replica di turno. Un ritmo calzante sostenuto dall'accompagnamento musicale dal vivo di un complesso formato dagli attori stessi. Suspence rock e un moderato punk ripercorrono il divertente quanto accidentale intreccio delle coppie Lisandro-Ermia, Demetrio-Elena sotto l'occhio dello spiritello Puck (Silvia D'Amico), quasi come un piccolo Andy Warhol dalla presenza scattante divertito anche a ricomporre il quadro da lui stesso sbagliato. Per il pubblico c'è il gusto e la sorpresa di vedere cosa hanno riservato i bravi interpreti: l'esaltante Elena di Barbara Ronchi è meravigliosamente immersa in un masochismo sui rifiuti iniziali del suo uomo quanto sul vertice di un vittimismo imbarazzante credibile, essendo corteggiata Lisandro e Demetrio (Gabriele Portoghese e Gabriele Giordano). Buona la prova dell'ingenua Ermia resa da Sofia Pulvirenti. Irresistibilmente disinvolti i comici guidati proprio da Carlo Cecchi (all'inizio nei panni di Egeo, padre di Ermia), ora Cotogno, astuto che scatena alcuni dei più divertenti momenti della sua regia. Cecchi/Cotogno fornisce istruzioni e dritte per il dramma Tiramo e Tisbe dove si ritroverà un simpaticissimo Dario Iubatti nell'impacciato Canna intento a immedesimarsi in Tisbe e un Bottom dalla verve pugliese inaspettata di Luca Marinelli. Un sogno degno di grande attenzione se capace di corrispondere alla bellezza del teatro, nella creatività scaturita dalla semplicità.
Mauro Sole

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