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sabato 28 gennaio 2012

Note a margine...

UNCUT#2 [women] #occupy the stage
giornata mondiale contro la violenza sulle donne
le ARTISTE occupano l'ANGELO MAI

TEATRO_PERFORMANCE_DANZA_LIVE

Tamara Bartolini, Valentina Correani, Sylvia De Fanti, Marta Gilmore + Elisa Porciatti_Isola Teatro, Ilaria Graziano, Caterina Inesi_Immobile Paziente, Elettra Mallaby_Bluemotion,
Luisa Merloni_Psicopompo Teatro, Lisa Natoli_lacasadargilla, Nicoletta Nardi, Patrizia Olgiati, Alessandra Perna_Luminal, Pamela Sabatini, Federica Santoro, Mia Schettino,

Simona Senzacqua_Setteteste

Roma, Angelo Mai, 25 Novembre

Venerdì 25 Novembre lo spazio dell’Angelo Mai (devoto alla promozione di alcune delle più note e interessanti iniziative artistiche indipendenti nell'ambito teatrale/musicale) ha visto una sfilza di performances eseguite da attrici, cantanti, danzatrici, riunitesi per denunciare l'indifferenza ancora attuale sulle problematiche sociali relative alle donne. Alcune artiste sono dedite alla ricerca attraverso spettacoli non ancora ampiamente riconosciuti dalle istituzioni più importanti del settore. Tuttavia, alcune di queste partono con dei mezzi basilari espressivi (l'interpretazione e la comunicazione col pubblico) ad un livello poco sviluppato. Ad esempio, il gioco inaugurale della serata cui ci sottopongono le attrici della compagnia Isola Teatro (Marta Gilmore ed Elisa Porciotti) fa solo percepire un piccolo tentativo di coinvolgimento emotivo col pubblico, senza però degli sbocchi concreti nei loro personaggi femminili.

Più affascinante e di maggior impatto indubbiamente, i “disegni geometrici” col corpo culminati da una simbiosi tra percezione dello spazio e libertà espressiva, tracciati dall'assolo contemporaneo della danzatrice Caterina Inesi. Ancora, diventa complicate individuare verso che direzione tendesse la lettura dell'attrice Tamara Bartolini ad un testo di Antonio Tarantino: l'attrice sembra escludere la possibilità di scavare tranquillamente il personaggio di una giovane kamikaze disposta a sacrificarsi con grande dolore, a favore però di un energia non indifferente, giocata sulla velocità della parola, del suono e di un look tempestosamente adatto all'interpretazione voluta, seppur non configurante appieno con il valore nascosto dietro le parole di Tarantino. Molto apprezzabile l'ironia con cui Simona Senzacqua denuncia le irrisolte problematiche circa la privatizzazione dell'acqua: un monologo (scritto da lei stessa) attraverso il quale sfocia la sua verve popolana romana che la contraddistingue rispetto a tante attrici per naturalezza e genuità, quasi come un agguerrita amica del popolo d'altri tempo affacciata al balcone che si rivolge al pubblico nella più assoluta tranquilità anche con le parole “S'annamo a manifestà”!

Di notevole rilievo le performances musicali di Ilaria Graziano, al suon di chitarra acustica e installazioni sonore e dell'attrice/cantante Pamela Sabatini.

Le ciligiene sulla torta risultano essere, a nostro avviso, Patrizia Olgiati e Sylvia De Fanti. La prima si cala in toni semplicemente e piacevolmente cupi dalla voce profonda e mai forzata dei lamenti di I monologhi della vagina. La De Fanti, invece, in un look burlesque ruggenti anni ‘20 trascina con eleganza degli inconspavoli fortunati spettatori sull'altalena del giardino dell'Angelo, per farli co-partecipi di una storia in cui s'immedesimerà lei stessa: un breve monologo tratto dal romanzo Il ballo di Irène Némirovsky. L'emotività della De Fanti tocca le sensazioni di una ragazzina dalla difficile esistenza per le oppressioni e le depressioni di una madre che la sommerge nel mondo della facile ricchezza e dell'ipocrisia di una borghesia abituata al vizio e al lusso. Un automatico richiamo al connubio figlia-madre Liza Minelli/Judy Garland con l'introduzione della famosa Somewhere over the rainbow. Una giusta attrazione per concludere questa serata sui temi più trattabili della femminilità.

Buona scena, Mauro Sole

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