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domenica 15 gennaio 2012


io so che tu sai che io so

Liberamente ispirato al soggetto di Rodolfo Sonego

con

Massimo Giuliani, Gabriella Silvestri, Renato Giordano e Valentina Marziali

Regia di Renato Giordano

Teatro Roma, Roma – fino al 29 gennaio 2012

I coniugi Bonetti vivono una vita all'apparenza normale e quasi monotona. Un giorno, per caso, lui scopre che la moglie è stata pedinata da un investigatore privato che l’ha filmata e fotografata. Recatosi per chiarimenti nello studio investigativo, scopre che si tratta di un banale errore di persona. Ad essere pedinata, infatti, doveva essere la moglie di un politico vicino di casa dei Bonetti. Ma la signora in questione ha prestato la propria auto alla signora Bonetti e l'incaricato della agenzia segue per sbaglio lei. Scopre così tante cose…Scoperte che gli fanno aprire gli occhi sulla vita: riscopre i propri limiti, i propri errori. Cambia il rapporto con la figlia, con la moglie, con il mondo che lo circonda. Vede con occhi diversi ogni piccolo, insignificante, momento della vita. Una storia che fa riflettere, tra una risata ed una lacrima, su quanto le persone diano per scontate troppe cose e su quanto poco occorra per ridare slancio, serenità e benessere alla vita famigliare. (Sinossi tratta dal sito http://www.ilteatroroma.it)

Recensione:

Tratto dal grande successo che nel 1982 vide Monica Vitti come interprete e Alberto Sordi, attore e regista dell’omonimo film, lo spettacolo diretto da Renato Giordano è un meccanismo teatrale ottimamente congeniato. Un primo atto che corre via con un ritmo molto sostenuto, tenuto in piedi anche dagli ottimi interpreti della pièce, fra cui al di là del suo ruolo di protagonista, risalta l’attore Massimo Giuliani che, con grande maestrìa fisica, vocale e scenica riesce a dar vita ad un personaggio in fieri non imitando, tantomeno facendo un doppio dell’indimenticabile Sordi. Infatti, lo spettacolo può essere fruito anche da chi non ha visto il film, in quanto Renato Giordano lo riesce a mettere in scena con una propria fisionomia, come prodotto assolutamente autonomo che con grande rispetto, certamente, mantiene un collegamento con il soggetto del film, ma riesce anche a liberarsene. Il regista firma anche la funzionalissima scenografia che, come si può intuire, quando si utilizza un lavoro cinematografico non è cosa semplice da risolvere, proprio per i mezzi che il cinema offre al contrario di quelli meno “filtrati e montabili” del lavoro teatrale. Buono il lavoro relativo alla creazione del filmato presente nel secondo atto, che mostra al protagonista il suo essere vittima e carnefice del proprio destino a causa delle sue distrazioni, come le partite di calcio della Roma, che lo distraggono dalle ben più problematiche e gravi vicende famigliari: una figlia (la bravissima Valentina Marziali) che si buca ed una moglie (l’ottima Gabriella Silvestri) che ha una vita coniugale e personale non proprio trasparente. Tuttavia, se un cenno di critica si può fare la rivolgiamo ad una sequenza del filmato un po’ troppo forte in cui si materializza visivamente, a nostro avviso, non proprio congeniale alla tipologia di spettacolo, il tragico problema che ha investito la figlia del signor Bonetti dall’età di tredici anni. Superato questo ingiustificato pugno nello stomaco, che rappresenta in maniera fin troppo esagerata la tristezza e le problematiche che, purtroppo, sono presenti in moltissime famiglie resta il ricordo di uno spettacolo intenso, vivo e piacevole che si conclude con un tenero ritorno dell’amore tra i due coniugi, una maggiore attenzione verso le problematiche della figlia ed un futuro che li vedrà ancora insieme. Ottimi i commenti del pubblico “uscente” a fine serata. Assolutamente consigliato.

Buona Scena! Carlo Dilonardo

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