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sabato 3 dicembre 2011


FAVOLA
C'era una volta una bambina, e dico c'era perché ora non c'è più

di e con Filippo Timi
e con Lucia Mascino e Luca Pignagnoli
Produzione Teatro Franco Parenti di Milano


Roma Teatro Quirino, fino al 4
Dicembre

Uno spettacolo divertentissimo scritto, diretto e interpretato da Filippo Timi, attore poliedrico che nonostante la carriera cinematografica sempre più ricca di anno in anno, non ha mai dimenticato il palcoscenico. Lo prova la sua irrefrenabile presenza scenica all'interno di un tessuto drammaturgico tracciato in maniera quasi perfettamente tragicomica. Un contenitore, Favola, che omaggia e ribalta i generi cinematografici della Hollywood anni 50: dal melodramma al musical, dal thriller alla Hitchcok al cinema di fantascienza. L'universo interiore di Miss Fayritale (Filippo Timi), una perfetta casalinga di quell'epoca, con dentro un rancore e un forte desiderio di evasione, per altro evidente dai primi minuti dello spettacolo nel suo effetto comico che l'attore riproduce: il personaggio parla e si confida insistentemente con la cagnolina imbalsamata uccisa dal marito Sten. Tra qualche bicchierino e le canzoni di Judy Garland, Miss Fayritale vuol sempre consolarsi di vivere nel miglior dei modi la sua favola, nonostante il tormento violento della vita coniugale e fattori esterni che escono ed entrano perennemente dalla sua vita: una madre preoccupata al telefono per l'avvistamento degli Ufo, la visita di Ted, il più imbranato dei tre gemelli che abitano accanto (tutti e tre interpretati dal bravo e convincente Luca Pignagnoli) e quella dell'amica del cuore, la bizzarra e glaciale Miss Emerald (una perfetta Lucia Mascino). Quest'ultimo personaggio di punta, dacché si presenta più stabile e più saldo, si muoverà poco a poco nel salotto di casa Fayritale, lasciando degli spiragli di comicità vera e irresistibile mentre comincerà a fare cenno del suo delirio mentale sino ad arrivare alla depressione “biomeccanica” causata in parte dall'ambigua mancanza e sessualità del marito, rivelando la fragilità del personaggio. Tutte queste conseguenze si ripercuotono sulla povera Miss Fairytale che barcolla e salta, come se impossessata da un demone: momenti di spettacolarità sincera grazie a un Timi in balìa delle sue stesse risate, piroette, spaccate e volteggi (il tutto sui tacchi del suo perfetto costume vagamente ricordante Grace Kelly). Un 'esperienza maturata dal capolavoro che merita di esser visto, anche per non rovinarsi la sorpresa di tutti gli espedienti finali che rivelano l'altra facciata, la favola di una bambina che era una principessa, ma non la principessa rosa che la pubblicità ci fa conoscere sin dalla tenera età.

Buona scena! Mauro Sole

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