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martedì 6 dicembre 2011


Blackbird

di David Harroer
con Massimo Popolizio e Anna Della Rosa
e con Silvia Altrui
scene Paco Azorín
costumi Chiara Donato
luci Claudio De Pace

Regia Lluis Pasqual

Produzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d'Europa


Roma - Teatro India, fino al 18 Dicembre

Una ragazza chiede di fare i conti con l'oscuro passato della sua infanzia, irrompendo sul posto di lavoro di un uomo fisicamente molto più maturo. Cosa li attende il resto della sera nel seminterrato, sede di controllo di costui? Non un semplice confronto tra i due sessi, ma un resoconto senza precedenti, il cui peso gravita attorno al burrascoso episodio di una bambina che difficilmente ha dimenticato il suo dramma, quando la verginità le venne strappata prima del tempo senza che potesse rendersene conto, dall'uomo che ora si ritrova davanti: probabilmente la vittima di una scelta secondo gli scarti fotografici ritraenti bambine e giovinette su internet. Un tema scottante, quanto mai attuale e affrontato direttamente nel dettaglio dell'intimo, quello della pedofilia, nell'angosciante testo dello scozzese David Harroer: una drammaturgia che tiene conto del dolore, di emozioni specifiche dei personaggi, le quali sciolgono i nodi di un episodio comunemente definito oggi, una tragedia e che convergono in un rapporto non più solo di conflitto e di lotta, ma addirittura di un tormentato desiderio. Rinfacci e stati soggettivi ripercorrono tra i due individui che nella messa in scena del Piccolo Teatro di Milano per la regia di Pasqual trovano il terreno d'atmosfera ideale nella costruzione semi-realistica dello scantinato del pedofilo in questione. La regia regna sovrana, attraverso un processo troppo esplicito: tra Massimo Popolizio e Anna Della Rosa, viene meno quest'ultima. Splendida figura, la giovane attrice reduce dai successi conseguiti con La Trilogia della villeggiatura goldoniana firmata Toni Servillo, da eterea sicura, si lascia fortunatamente qualche volta a un pandemonio emozionale da brivido che sfiora la disinvoltura dell'effetto comico e regala pochi momenti intensi, quasi lasciandosi scorrere le parole addosso. Massimo Popolizio non si smentisce mai grazie anche alla sua funzionale presenza scenica, sottoponendosi però a una soggettivazione del personaggio anche attraverso la sua gamma vocale e che per pochi attimi abbandona trainato dallo scontro con l'interpretazione vibrante, ma non sempre, della compagna di scena. Ciliegina sulla torta la giovanissima Silvia Altrui nei panni di una tenera ragazzina: figlia della nuova donna del protagonista, o nuovo bersaglio cui sperimentare le fantasie perverse? Una garbata messa in scena che non lascia indifferenti dal riflettere sulle sconcertanti verità di storie così forti.


Buona scena.
Mauro Sole!

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