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domenica 23 ottobre 2011

Maria Zanella


di Sergio Pierattini
con Maria Paiato
luci Sara Pascale; costumi Sandra Cardini
regia MAURIZIO PANICI
Argot Produzioni
Roma, Teatro Piccolo Eliseo fino al 23 Ottobre

L'accurata e profonda alternanza di vicissitudini familiari/interpersonali e il ricordo di un tragico prologo quale l'alluvione del Polesine nel 1951, sono gli elementi pregnanti con i quali la mano sensibile di Sergio Pierattini ha inciso il suo testo, riconsegnato e reso perfettamente vivo nel corpo e nella voce di una splendida fuoriclasse, Maria Paiato (premiata nel 2005 con l'Ubu). La Maria Zanella debuttò dieci anni fa proprio per mantenere il ricordo dai quarantanni di quella famosa alluvione, e ritorna in questi giorni al Piccolo Teatro Eliseo di Roma. Maria Paiato, ora più che mai nel pieno della sua maturità artistica, ritorna con con un'energia indissolubile dal pubblico e dal testo, un'energia pari alla freschezza delle prime repliche di questo spettacolo che ha girato per tutto il paese, facendo conoscere la commuovente quanto struggente storia della Maria Zanella. Sulla sua sedia per una delle tre lampade disposte sul palcoscenico del Piccolo Eliseo (questo è il disegno minimale della regia di Panici) la Paiato, dacché seduta, con le gambe leggermente dilatate per quasi tutto il tempo del monologo, si eleva a una passionalità tale da compenetrarci per tutto il resto del racconto, poiché diventa lei il racconto di un personaggio che le appartiene quasi di diritto: quel suo fare delicato, tenero e rombante, quel suo parlare dall'accento e il dialetto nordico, quel suo rivedere i luoghi della bassa Padana che sono stati anche i luoghi in cui l'attrice è cresciuta. Una creatura che ci fa sorridere la Maria Zanella, talvolta proprio per quella sua consapevolezza di non essere ricambiata dalla gente con l'amore, ma tenuta in disparte nel suo mondo fatto di piccole cose, nonostante quest'ultimo non è altro che il risultato finale delle ripercussioni mentali riscontrate sin dall'infanzia, quando bambina divenne psicologicamente vittima del terribile disastro naturale che allagò una moltitudine di case del posto, compresa la sua. E rimarrà sola nella sua tenera ma sconcertante pazzia, quando si vedrà tradita e abbandonata senza un tetto dove poter stare. Un inaspettato finale colmo di sincera e spiazzante malinconia dal quale si fatica un po a trattenere le lacrime. Da non perdere, assolutamente!

Buona Visione!Mauro Sole

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