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domenica 23 ottobre 2011

L'ingegner Gadda va alla guerra

o della tragica istoria di Amleto Pirobutirro

un'idea di Fabrizio Gifuni
da Carlo Emilio Gadda e William Shakespeare
con Fabrizio Gifuni
disegno luci Cesare Accetta
regia Giuseppe Bertolucci


Fabrizio Gifuni in collaborazione con Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti

Roma, Teatro Vascello, 14 Ottobre

Fabrizio Gifuni traccia e ricalca lungo il palcoscenico del Vascello le “linee di difesa a oltranza” cui prestarono servizio i militari a migliaia tra cui Gadda stesso. Il diario di Gadda nella messa in scena Gifuni/Bertolucci delinea in maniera molto acuta il profilo dello scrittore rispetto ai suoi colleghi, i compagni in caserma, con una sagace punteggiatura sugli accenti di ciascuno di essi, siano romani, del nord, ciascuno con usanze e abitudini culturali che ci rappresentano tutt'oggi ma che lo spettacolo cita in ballo sempre per far ridestare il pubblico sull'autoanalisi culturale di noi italiani, decisamente mai evolutisi più di tanto. Il Gadda di Gifuni si muove come un Amleto più folle di quel che si creda, alla fuga dalle sciocche passioni terrene, mirando a un desiderio di forte carico civile, senza però molte vie di sbocco lungo il corso dello spettacolo. Forse troppe vie pretenziose: giocato su diversi registri, il ritmo di questa bella riflessione iniziata da una camminata nella luce quasi dissolta, si sofferma eccessivamente sulla critica maccheronica agli italiani che fecero del fascismo un culto con fatica scrollatoci di dosso. Gifuni a differenza di molti intensi momenti della parte iniziale, mischia una recitazione tra il vissuto ed esibizioni vagamente ricordanti Bene. Il rischio in questo elevarsi virtuoso spezza però un 'energia di ascolto col pubblico che si riprende solo purtroppo su un finale caratterizzato da quel suo dialogare semplice del gioco reale che ci strappa le risate e lo rendono un meraviglioso attore , forse o per la replica, o per qualche inceppo, non sempre stato in grado di tenerci in auge.

Buona scena!Mauro Sole

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