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venerdì 21 ottobre 2011




La bisbetica domata



di William Shakespeare



adattamento e regia Ester Cantoni


con Patrizia Grossi, Giuseppe Renzo, Giorgio Barlotti, Carmine Balducci, Andrea Zanacchi, Gino Romano, Claudio Zarlocchi, Tiziano Caputo, Michelle Carpente, Ester Cantoni



Teatro San Paolo - dal 18 ottobre al 13 novembre



Una corsa ostacoli dell’amore, tratto comune di numerose opere di Shakespeare, è rappresentata da quest’opera scritta intorno alla fine del Cinquecento.



È una battaglia all’ultimo colpo quella che vede protagonisti i personaggi maschili che devono accaparrarsi, attraverso qualsiasi stratagemma, l’amore delle figlie del signor Battista, Caterina e Bianca. Gli unici due impedimenti sono costituiti dalla lingua “tagliente” di Caterina e dal fatto che la sorella minore sarà data in sposa a condizione che “Kate” trovi marito. L’occasione viene data dal rozzo Petruccio, il quale riesce a “domare” la bisbetica, favorendo così anche il matrimonio di Bianca. Quello che qui spieghiamo in poche parole viene reso dalla penna di William Shakespeare con una serie di equivoci, colpi di scena – a tratti esilaranti – che vengono seminati nel testo: qualità che è indissolubilmente legata al mondo drammaturgico del tempo dell’autore inglese.



Per amore stesso del teatro e per onestà intellettuale mi cito: “ci dispiace per gli accaniti sperimentalisti, o per coloro sempre insoddisfatti della pura e lineare messa in scena, ma ormai si sperimenta con tutto e su tutto, lo fanno tutti e, ogni tanto, un passettino nel “classico” è cosa buona e giusta”. Queste le mie parole a proposito dell’elegante rappresentazione dell’Othello, a cui abbiamo assistito l’anno scorso sempre con la regia della Cantoni. Ancora, in questa occasione, grazie anche ad un minuzioso ed accurato lavoro sul testo, con cui si permette anche una rispettosissima libertà, la regista ci concede alcuni inserti che vivacizzano ulteriormente ciò che già Shakespeare ci ha lasciato e ci fa assistere ad una messa in scena che vive grazie ad una dignità, ad un lavoro “onesto”, preciso, privo di sbavature e di elementi che possano urtare lo spettatore più accorto: non dimentichiamo che nonostante Shakespeare sia l’autore più rappresentato al mondo, anche lui “si sarà inorridito” di fronte ad alcune rappresentazioni contemporanee delle sue opere che spesso ci è capitato di vedere anche su palcoscenici molto più importanti e “ufficiali”. In questo caso, invece, lo spettatore troverà un ottimo cast, una compagnia ben amalgamata, affiatata e, soprattutto, egregiamente diretta fra cui spiccano, a nostro parere, sicuramente, uno “strano” e divertente Ortensio (Carmine Balducci) ed un vivace Grumio (Claudio Zarlocchi). Il lettore si starà chiedendo se si tratta di una semplice sviolinata. No, non lo è. Vengo al dunque: unico piccolo appunto da fare è la presenza di alcune controscene un “po’ troppo scene e poco contro” gestite forse in maniera un po’ troppo autonoma da alcuni attori. Ma lo spettacolo e il lavoro di Ester Cantoni ce le fanno dimenticare, facendoci tornare a casa più contenti, come il vero teatro sa fare.


Buona scena! Carlo Dilonardo

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