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domenica 10 luglio 2011


All’ombra del Colosseo

Con…

ALESSANDRO DI CARLO

In

AMMAZZA CHE ROBBA!

Anche se claudicante a causa di un infortunio, il comico romano Alessandro Di Carlo nel suo spettacolo Ammazza che robba dà un esilarante affresco di un’Italia sempre meno “normale”. Dalla politica al costume, dalle tradizioni e dai detti popolari a qualche pillola di storia della Roma risorgimentale. Colpisce per la sua irruenza e irriverenza la genialità di Di Carlo che con grande freddezza e acume rappresenta un paese ormai allo sfascio, in cui se prima “il politico diventava un pregiudicato” adesso i secondi diventano rappresentanti in Parlamento. Nonostante possa apparire demagogico e populista, l’intervento del cabarettista non fa altro che descrivere la reale situazione che il nostro amato paese sta attraversando ed egli stesso non risparmia nessuno, passando in rassegna tutte le storture di una politica, di destra e di sinistra, che ha perso il suo legame con il territorio, con i cittadini, con l’agorà. Di Carlo parla delle sue origini, del quartiere disagiato della capitale che lo ha visto crescere ma lo fa con grande dignità, fotografando con estrema lucidità e razionalità tutte le difficili condizioni che i giovani devono affrontare ma che, nello stesso tempo, devono riuscire a superare evitando di stare chiusi in casa, unendosi, fondendosi con altri coetanei e non chiudendosi nella solitudine a cui i nuovi media – a volte – conducono.

Lo spettacolo di Alessandro Di Carlo, chiusosi con un apprezzato cenno alla storia risorgimentale di Roma e dell’Italia tutta è un emblema della satira vera. Tiene calde le mani degli spettatori così come anima il sorriso del pubblico che applaude e sorride…di che? Di un Paese che rischia il collasso, di una società che rischia di sgretolarsi, di una civiltà che, forse, non c’è più. L’ennesimo esempio, quindi, di quanto il grande Eduardo aveva più volte affermato in relazione al valore di un palcoscenico sul quale, al di là di tutti i libri, si possono raccontare duemila anni e più di storia.

Onore al merito, quindi, per un spettacolo che non cade nei soliti cliché, che diverte ma soprattutto fa pensare, molto.

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