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mercoledì 8 dicembre 2010

Tutto su mia madre
testo teatrale di Samuel Adamson, basato sul film di Pedro Almodóvar
traduzione Giovanni Lombardo Radice con
Elisabetta Pozzi, Alvia Reale, Eva Robib's
e con Paola Di Meglio, Alberto Fasoli, Silvia Giulia Mendola,Giovanna Mangiù, Alberto Onofrietti
scene Antonio Panzuto, costumi Gianluca Falaschi, luci Alessandro Verazzi

regia Leo Muscato
produzione Fondazione Teatro Due – Teatro Stabile del Veneto


Tutto su mia madre è il film capolavoro scritto e diretto da Pedro Almodóvar nel 1999 al vertice della sua maturità artistica. ? una dedica “a tutte le attrici che hanno interpretato delle attrici, a tutte le donne che recitano e a tutte le persone che vogliono essere madre”. Il testo, nell'adattamento teatrale di Samuel Adamson, viene rappresentato adesso per la prima volta qui in Italia (http://www.teatroeliseo.it)

24Novembre, Teatro Eliseo, Roma

Generalmente le trasposizioni teatrali delle opere cinematografiche, almeno in Italia, non rendono poi fin troppo onore alle pellicole da cui sono tratte. Quasi si trattasse più di un'operazione di mercato, consistente nel titolone col grande manifesto per portare gente profana a teatro, mostrando loro un prodotto che non dice più di quanto magari ci si aspettasse. Fin a che punto un teatro può definirsi liberamente espressivo e perforante quando risponde a queste leggi, e si persiste nel voler precludere a un così detto pubblico “di nicchia” la qualità e l'innovazione di determinati allestimenti? Seppur l'operazione di Adamson si presti a una notevole e buona procedura nel “teatralizzare” un testo cinematografico, di per sé molto valido anche per il palcoscenico, nel nostro paese Tutto su mia madre, prodotto da Teatro Due e il Teatro Stabile del Veneto, sfiora quasi la ripetitività del banale. L'immenso spessore drammatico colmo di sentimenti e di tematiche narrato da Almodòvar si riduce a un alternarsi di scene che, seppur hanno come protagonisti un ottimo cast, appare troppo didascalico. Come se la regia di Leo Muscato pretenda di seguire fedelmente il film, benché lo spettacolo, si sa e già più volte è stato ribadito dal suo debutto a Venezia, voglia prendere delle distanze su certi punti dal film originale. Perché è chiaro, fin troppo evidente che il confronto è insostenibile, specie se si parla di uno degli ultimi capolavori cinematografici melò dello scorso secolo. Il testo di Adamson assaggia molto più acutamente i retroscena del teatro, ma anzitutto quello psicologico di ogni personaggio: con lo stretto contatto poi del pubblico, ecco che Tutto su mia madre viene restituito in chiave più meta-teatrale dove la recitazione spesso si confonde con quanto viene al di fuori di quello del palco di Un tram che si chiama Desiderio. In questa dimensione la regia di Muscato ha giustamente inserito una gradinata di file di posti a sedere che permettono più un continuo rimescolamento tra vita e palcoscenico. Il testo di Tennessee Williams portato in scena dalla brava attrice Huma, sarà l'ultimo spettacolo cui assisterà un giovane di nome Esteban, che morirà sotto gli occhi della madre Manuela, investito da una macchina una volta tentato di rincorrere l'attrice uscita da teatro per ricevere un autografo. Per Manuela la vita sarà più dura non solo per la dolorosa scomparsa ma anche per le vicende sentimentali cui era legato ancora il figlio, mai appagato dell'amore di un padre che non ha mai conosciuto e della curiosità di conoscere la grande attrice Huma Rojo. Nonostante si sussegua un effetto luci e colori niente male, seguito da uno smisurato accompagnamento di musiche, un'atmosfera eccessivamente dolciastra colma di sentimentalismo sembra essere la traiettoria della regia: troppo forzate le scene che alludono al ricordo di Esteban (un innocente Alberto Onofrietti) onnipresente nel cuore di Manuela, adeguatamente interpretata da Elisabetta Pozzi, anche se quest'ultima non sembra del tutto scioltasi dall'enfasi delle rappresentazioni siracusane che l'hanno vista protagonista quest'estate. Per fortuna non tutto lo spettacolo viene a nuocere, tenendo presente il testo nelle fasi bizzarre e da salotto che hanno come miglior porta voci l'elegante e simpatica Alvia Reale nella parte di Huma Rojo (un chiaro omaggio a Bette Davis) ed Eva Robins nelle vesti di Agrado, però non sempre a suo agio. Peccato anche per gli altri bravi attori dello spettacolo: un lavoro in qualche modo offuscato, potremmo dire, da un senso di ritmicità troppo rigido e teso che tocca l'apice specie nelle scene finali, quando Rosa (una sensibile Silvia Giulia), una suora ritrovatasi incinta e sieropositiva per colpa di Lola, transessuale e vero padre di Esteban, morirà dopo aver messo alla luce il proprio bambino, consegnato poi a Manuela.

lBuona scena! Mauro Sole..... in tournèe dal 7 al 12 Dicembre al Teatro Bellini di Napoli

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