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martedì 21 dicembre 2010

RUMORE DI ACQUE

di Marco Martinelli
ideazione Marco Martinelli, Ermanna Montanari, con Alessandro Renda,
musiche originali eseguite dal vivo Fratelli Mancuso,spazio, luci, costumi Ermanna Montanari, Enrico Isola, realizzazione costumi Laura Graziani Alta Moda,

A.N.G.E.L.O.
tecnico del suono Andrea Villich,regia Marco Martinelli

Teatro delle Albe Ravenna Teatro Ravenna Festival"Circuito del Mito" Assessorato al Turismo della Regione Sicilia

Teatro Valle, Roma, 6 Dicembre

In una fantomatica isoletta tra Europa ed Africa, situata in una striscia di mare sede di una devastante tragedia, alla deriva come su una zattera vive un solo abitante, un generale dai tratti demoniaci e dagli occhi lampeggianti. In relazione ad un altrettanto fantomatico Ministro dell'Inferno, pratica la "politica degli accoglimenti", ospitando gli spiriti invisibili dei morti e dei dispersi in mare (http://www.teatrovalle.it).

I giochi corali cui Marco Martinelli ed Ermanna Montanari ci avevano abituato attraverso i loro ultimi spettacoli come Leben e L'avaro, quest'ultimo per quasi due settimane in cartellone al Valle, si riducono alla mistica presenza di Alessandro Renda la cui voce gracchiante e strìdula si fonde al suono primitivo dei fratelli Mancuso in un connubio apocalittico. Si tratta di Rumore di acque, la cui cupa atmosfera è preannunciata da un buio nella sala più titubante di quanto non lo siano i numeri delle vittime lanciate dall'attore in veste oscura di “generale marino”. In realtà, al tempo stesso, è uno spettacolo che fa luce nel buio dell'ignoranza e riaccende la questione della speranza e della fuga dei clandestini verso il nostro paese: tutti dettagli analizzati sotto la perfetta sintonia ritmica tra il suono degli strumenti africani usati dai due musicisti e la presenza quasi immobile del generale, o più adatto a essere nominato, il “Ministro dell'Inferno”. L'inimmaginabile numero di vittime è la chiave di lettura di come un ministero dell'inferno dispieghi le proprie statistiche lasciando che una miriade di cittadini africani attraversi la propria terra, la Sicilia, per poi ritrovarsi ad affondare nelle stesse barche malandate e divenire preda degli squali, se non diventare squali loro stessi. Una storia che nel buio della platea del Valle non può lasciarci indifferenti, specie quando Alessandro Rena (mantenendo questa sua immobilità apparente davvero incessante di suoni e gesti) cita in esempio anche i bambini, anch'essi vittime della negazione alla vita. Risulta poco a poco troppo straziante il numero straripante di informazioni: tanto che il testo sembra trasformarsi in queste e non sempre riesce valida la medesima posizione assunta dall'attore, così ferma in certi momenti quando vuole spostare l'attenzione proprio sull’effettiva partecipazione del pubblico a tutto lo svolgimento. A tal proposito, notiamo che qualcuno sbadiglia!...È indubbia la qualità di un lavoro profondamente sentito e sempre ricercato quale quello che contraddistingue il Teatro delle Albe, un testo magnifico se si tiene conto che si tratta di un attacco diretto alla ricchezza innalzata dal capitalismo dei paesi benestanti, paesi cui appartengono gli stessi malvagi scafisti che hanno abbandonato i dispersi nel mare. Tuttavia, ci si aspettava qualcosa di più, qualcosa che muovesse maggiormente la macchina dell'energia attoriale: sono i “corpi-vivi” a vivere in teatro, prima delle battute/parole. Per concludere, analizzando anche la situazione della crisi, era più che ovvio e giusto che un teatro come quello di Martinelli/Montanari dicesse la propria, con un lavoro che fortunatamente si dissocia da tanta superficialità e riesce a farci riflettere.

Buona Scena!

Mauro Sole

per LE GRANDI DIONISIE

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