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domenica 19 dicembre 2010

Bizarra

ottava puntata

La democrazia è il peggiore dei sistemi conosciuti

di Rafael Spregeburd
traduzione Manuela Cherubini
direzione artistica Manuela Cherubini, Giorgio Barberio Corsetti, Giorgina Pilozzi
squadra regia Manuela Cherubini, Giorgina Pilozzi, Fabio Cherstich, Flaminia Caroli
una produzione Angelo Mai, Fattore K, PsicopompoTeatro
con il sostegno di Semintesta – Spazio Zip, Rialtosantambrogio, produzionepovera, I Generali
direttrice di produzione Donatella Franciosi
produttore esecutivo Francesca Mancini

Roma, Angelo Mai 10 Dicembre 2010

Cast dell'ottava puntata - Pepita Cianfoni, Luisa Merloni, Raffaella Pontarelli, Patrizia Romeo, Alessandro Riceci, Raimondo Brandi , Fabio Pappacena, Giorgio Sorrentino, Gianmarco di Lecce, Laura Riccioli, Serenella Tarsitano, Pamela Sabatini, Marco Quaglia, Andrea Capaldi, Andrea Alessandro La Bozzetta, Paolo Civati, Mary Di Tommaso, Paola Michelini, Simona Senzacqua, Ferruccio Ferrante, Stefania Aluzzi, Gaspare Balsamo, Sylvia De Fanti, Clara Galante, Alessandra Di Lernia, Matìas Endrek, Giorgio Carugno, Laura Sampedro, Mariano Arenella. Ospiti: Marco De Notariis, Andrea Contaldo, Autilia Ranieri, Francesca Ciocchetti, Cristian Giammarini

Sembra proprio che più si avvicini la fine della saga argentina di Spregerburd, più l'interminabile traboccare di sorprese e spunti da parte di Manuela Cherubini e dei suoi attori non trovi limite, come se volessero regalarci agli ultimi sbocchi di questo intraprendente viaggio tutti i massimi residui della forza per l'introspezione psicologica dei personaggi ormai acquisiti dal suo fedele pubblico. Anche se il misterioso political, social dramma dell'autore straniero ora più citato a Roma faccia leggermente confondere, spesso, tempi e luoghi. Ciò comunque non basta a giustificare qualche errore giornalistico: ci scusiamo se nelle ultime due precedenti recensioni abbiamo confuso il nome di Dubian (Alessandro Riceci), in relazione al suo nuovo legame forzato con Sebastian (Paolo Civati), con quello di Annibal, quest'ultimo per l'esattezza rivale della nostra Felicia Auster (Patrizia Romeo). Quanto ai conflitti sulla crisi alimentata in Argentina, sicuramente non tutto il pubblico pare aver lucido il quadro quanto i poliziotti confusi in relazione ai nuovi regolamenti economici sul profitto e il credito, cui però le banche non potranno andare incontro per poter soddisfare le esigenze necessarie di ciascuno. L'eloquenza di Autilia Ranieri non basta a tener ben salde le redini umoristiche della scene, nemmeno se sostenuta dai nostri cari Mariano Arenella Suardi (l'agente Suardi) e Pamela Sabatini (Melina Treches) e lo squillante”, nel suo tonto personaggio Giorgio Sorrentino (agente Reuter). Quest'ultimo lo ritroveremo non solo come Reuter, ma come immancabile Alvaro Aluche nel momento del processo, scena cool dell'ottava puntata. Quello che doveva essere il momento per Waschington (Gianmarco Di Lecce) per farsi scagionare dall'accusa dell'assassinio di Velez, si trasforma drammaturgicamente e scenicamente in quella che nel kamasutra verrebbe definita l'intramontabile tutti contro tutti. Abelarda (Clara Galante furiosa e dolce quanto una regina ape) contro il marito, Alberto Pierri Macao (Labozzetta), a sua volta in conflitto con Magnifica Panda (Sylvia De Fanti nella sua immancabile parodia di un'ipotetica Eva Kant), Velita contro Alvaro e dulcis in fundo la testa di Velez alquanto neutrale (attraverso un efficace meccanizzazione, solo la testa di Fabio Pappacena che sorvola su tutti dal bancone della legge nel suo essere Frankestein). Il tutto avviene sotto il giudice represso e uno spietato pubblico ministero, rispettivamente le guest stars della puntata, Francesca Ciocchetti e Christian Giammarini, due tra le ultime pietre preziose della scuola ronconiana. Il susseguirsi dei reclami davanti alla legge, a cominciare da quello di Wilma (Simona Senzacqua diventata una delle nostre preferite) è il ribaltamento della legge morale cui fino ad ora Spregelburd ha accennato, poiché ognuno diventa protagonista del proprio egoismo senza chissà quale motivo fondamentale. Più precisamente, come direbbe l'attore satanico di turno (Matias Endrek diabolicamente simpatico) dei personaggi really perverse. Non è un caso che il momento più divertente, seppur corto, di tutto l'episodio è (guarda caso) il monologo, a parte questa circostanza di Amelia (Mary Di Tommaso insuperabile), che dirà alcune delle parole chiavi del testo: “Confido nel senso di totale mancanza logica”. È la giusta ottica per accompagnare visionariamente le vicissitudini di Candela (Luisa Merloni) e Velita, specie quest'ultima, l'unica che nel suo disinteresse, attraverso la rauca voce sensibile di Pepita Cianfoni, fortunatamente non morta, ha la capacità innata di rendersi più vittima, più odiata, e più speranzosa ora che ha al suo seguito anche due bellissime bambine, che però non è che si somiglino moltissimo. Tra campagne elettorali illuminate dai satirici cappelli alla Evita Peron di Paola Michelini (Yeni) e una spia vincitrice di Ubu assassinata ad opera di Andrea Capaldi (Mona ora scoperta) quali sorti riserverà Spregelburd alle creature della sua tanto punzecchiata protagonista? Al prossimo episodio...

Mauro Sole!

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