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martedì 23 novembre 2010

SCRITTO APPOSTA PER ME
di Aldo Nicolaj
Regia: Massimo Di Michele
con: Giada Prandi
Produzione Aut Out
in scena fino al 28 novembre; dal martedì al sabato ore 21:30, domenica ore 17:30

Teatro Vascello

Provate a immaginare come potrebbe essere la sorpresa di un pomeriggio piovoso di domenica, quando ci si reca a teatro, se la sorpresa equivale a un appuntamento stesso col teatro. Si tratta di Scritto apposta per me: prima ancora che un’attrice se ne renda conto tramite il suo stesso personaggio si riscatterà di tutte le umiliazioni e le frustrazioni che inevitabilmente, il mestiere, specie nel nostro paese, può comportare, dando proprio prova di sè in uno sfogo vittimista che accende i suoi nervi davanti al lercio dell'ambiente sotto gli occhi di un pubblico che guarda con tenerezza e compassione la storia di Giulia Sottana Corte. In un inizio giocoso e “r/umorista” consistente di nomi altisonanti del teatro e del cinema, la protagonista del monologo di Nicolaj, interpretato da Giada Prandi, si prepara con qualche incertezza ad un provino consistente nel momento di seduzione da parte di una giovane su di un prete. Questa almeno pare essere la scena chiave di questa commedia in cui la nevrotica e spericolata attrice vuole cimentarsi speranzosa di far bella figura sul regista. Man mano che cominciano i primi tentativi sotto lo sguardo inesistente di Orazio, un gattone peluche, la Prandi/Sottana Corta comincia un viaggio colmo di aneddoti ormai all'ordine del giorno nel mondo del teatro: l'amica pettegola che sa già le news sui provini e i prescelti e che gioca alle spalle, le trovate dell'80% degli attori omosessuali, le audizioni falsificate, e certi giri di tournèe cui l'attrice sogna di poter partecipare. Pare però che il massimo che si può ottenere è qualche piccola scrittura in un “teatro da cantina” con le compagnie “da quattro soldi”. Un testo molto divertente che tutto sommato, benché dichiaratamente e provocatoriamente rivolto a gente del mestiere, può pienamente essere compreso dal pubblico “profano”, visto che ormai anche al meno intenditore risulta noto che un'attrice per diventar tale può scendere, in taluni casi, al compromesso “escort”. Giada Prandi del canto suo sa essere abbastanza convincente, molto brava e simpatica, pur se qualche volta la regia guidi il testo in un direzione leggermente eccessiva, tracciata da un isterismo un po' troppo presente che tocca la macchietta. E nel frattempo la nostra interprete prende sempre più confidenza con uno spazio scenografico del tutto minimale con sole tre valige per un inutile partenza e una serie di abiti attillati rossi. Nomi inventati coprono entità forse del tutto esistenti: come la prima attrice con cui è in tournèe il marito di Giulia, dolente nel constatare che il flop tanto sperato per il consorte si sia rivelato un successo non solo con tanto di chiamate alla ribalta, ma anche con il tradimento di turno. Insomma sembra proprio arrivato il momento per la nostra Sottana Corta di congedarsi dalla corruzione teatrale. Se il dubbio del registro recitativo citato prima, a tratti inopportuno, premeva la nostra attenzione, esso si risolve perché in effetti si tratta di una satira sul teatro, dove sono citati gli stili, le metodologie e tutto si sottopone all'autoironia, che però svanisce lasciando un disegno naturalista di crisi, davanti alle macchie” che terrorizzano Giulia, una sensazione che l'ha accompagnata anche nei suoi perenni e comici quesiti con se stessa. La risposta, formula medesima, ma efficace , è un forte bisogno d'amore!

Buona Scena!Mauro Sole

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