CHIUSI PER LUTTO
scritto da FABRIZIO RIPESI
con Sara Andreoli, Bernardo Casertano, Valeria De Angelis, Luca Di Giovanni, Fabrizio Ripesi, Barbara Russo
regia Fabrizio Ripesi e Tina Guacci
Tre uomini...tre donne...una congiura non voluta...un micidiale effetto domino...un gioco di causa ed effetto che eliminera' uno dei sei protagonisti...
Tre storie di lutti, sentimentali, professionali, personali...tre storie unite da destini in comune, tre situazioni che ci porteranno alla risoluzione finale, ma solo dopo snervanti e folli percorsi della mente... (fonte:http://www.chiusiperlutto.com)
Roma, Teatro Sette
Il sipario aperto del Teatro Sette ci immerge in una scenografia al quanto surreale, in cui numerosi campi visivi si pongono di fronte in maniera dirompente anche ad uno spettatore miope: uno spazio occupato da una scrivania con una libreria; il fondo palco diviso tra un televisore circondato da cartacce, lattine di birre e pacchi di patatine, poi una lapide e un telaio di finestra, un tavolo, un divano, specchi, quinte costruite in modo originale con “pellicole trasparenti”, insomma quello che viene descrtitto nella brochure di sala che ci racconta i folli percorsi della mente viene perfettamente riprodotto sulla scena. Il ritmo è incalzante, a volte anche troppo, tanto da perdere il filo della storia, il tutto supportato anche dai giovani e bravi attori di questo testo scritto da Fabrizio Ripesi, regista e attore dello spettacolo. Bene, fin qui tutto è esaltante e positivo. Il problema è che ad un certo punto oltre a parlare delle follie e del pazzie dei personaggi, lo spettatore finisce per essere preso a schiaffi non riuscendo a capire più nulla; si badi, non per questioni di ritmo – questo sarebbe un aspetto positivo – ma perché, a nostro avviso, la storie finiscono per essere solo frettolosamente “avviluppate” intorno alla storia madre, lasciando in alcuni casi gli spettatori interdetti e chi ci legge da un pò di tempo sa che chi scrive e i collaboratori sono dei cattivoni con le orecchie tese ad ascoltare i commenti del pubblico: di chi ha pagato, di chi assiste allo spettacolo, di chi si è mosso da casa in una serata fredda per andare in quel luogo sacro che è il teatro. E quando codesti, iniziano a guardarsi intorno perchè non capiscono più da dove si è partiti e, soprattutto, dove si vuole arrivare, eccoci lì a far presente quanto ascoltato ai nostri amici autori, attori e registi. Chiusi per lutto è un lavoro drammaturgico, che, probabilmente, affidandosi al luogo comune che la pazzia in scena può dire, fare, combinare di tutto, rischia di confondere soltanto le idee pur, sottolineamo, avendo un cast di giovani attori del tutto apprezzabile.
Buona Scena!
Carlo Dilonardo
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