più di 10.000 lettori hanno scelto LE GRANDI DIONISIE...

mercoledì 3 novembre 2010

BIZARRA

seconda puntata, “Tra le felci”

Di Rafael Spregelburd / traduzione: Manuela Cherubini

Direzione artistica: Manuela Cherubini, Giorgina Pilozzi, Giorgio Barberio Corsetti

Squadra Regia: Manuela Cherubini, Giorgina Pilozzi, Fabio Cherstich, Flaminia Caroli

Una produzione: Fattore K, Angelo Mai, PsicopompoTeatro

Con il sostegno di: Rialtosantambrogio, Semintesta – Spazio Zip, produzionepovera, I Generali

Produttore esecutivo: Francesca Mancini

Cast degli eroi di BIZARRA – seconda puntata TRA LE FELCI:Stefania Aluzzi, Gaspare Balsamo, Raimondo Brandi, Andrea Capaldi, Pepita Cianfoni, Paolo Civati, Sylvia de Fanti, Gianmarco di Lecce, Mary di Tommaso, Ferruccio Ferrante, Andrea Alessandro la Bozzetta, Elettra Mallaby, Andrea Martorano, Luisa Merloni, Paola Michelini, Fabio Pappacena, Raffaella Pontarelli, Laura Riccioli, Giorgina Pilozzi, Marco Quaglia, Alessandro Riceci, Patrizia Romeo, Pamela Sabatini, Simona Senzacqua, Giorgio Sorrentino, Serenella Tarsitano

Roma, Angelo Mai, 26ottobre

Dopo il successo tanto meritato della prima puntata, il secondo appuntamento con la famosa saga argentina si apre con un mini talk-show autoironico sui così detti “fenomeni” generati dal debutto di Bizarra, attraverso la presenza di un improbabile Franco Quadri (Daniele Russo), la quasi inutile ospitata di Fausto Paravidino e l'insuperabile Serenella Tarsitano alias Rita Sala/ Trisha Hinge, pittrice con una irrefrenabile impulsività ispiratrice cui il pubblico si è ormai affezionato. Rispetto all'energica esplosione attoriale del debutto del progetto, sembra che il ritmo della seconda puntata si affievolisca a tratti sino al “bizarro” balletto dell'intero gruppo. In realtà si tratta di un punto d'arrivo dove già la penna di Spregelburd si dilata e pre-stabilisce nuove situazioni che ridefiniranno di qualche tocco i personaggi. Dagli intrighi del mattatoio increspatisi maggiormente (ottimi gli interpreti Paola Michelini, Fabio Pappacena, Alvaro Aluche) ritroviamo anche il tugurio nei poveri sobborghi di Buenos Aires con le sue vittime: spiccano fra tutti il viso abbattuto e da barbone di Franco (Ferruccio Ferrante) e la povera Wilma Bebuy (una simpaticissima Simona Senzacqua degna di un interpretazione che omaggia quella schiera di popolane romane conosciute attraverso la Magnani). Peccato solo constatare che la bravissima Laura Riccioli, alias Alba Bebuy, da darkomane folle della prima puntata, la ritroviamo in una veste un po' troppo muta con tanto d' abbigliamento da figlia dei fiori: troppo poco per il suo talento. Ad ogni modo gli intrecci che devono fare il loro corso trovano nella regia della Cherubini la conferma di uno straripante gioco di fiducia tra gli attori, nel loro muoversi tra la moderata ed esaustiva fuoriuscita, con tanta improvvisazione. Basta guardare il tanto atteso ingresso di Andrea Capaldi (una spia israeliana), il cui sorprendete modo di sostituirsi a Mona Zucker (la vampiresca Elettra Mallaby) ci ruberà implicitamente la risata. Per non parlare poi dell'estrosa autostima sempre più crescente della cameriera Amelia Butìn (una Mary di Tommaso la quale, appena apre bocca, ci travolge automaticamente) rispetto alla sua padrona, una cinica e spietata Felicia Auster che solo Patrizia Romeo poteva donarci, con un look e un emotività vagamente ricordante Crudelia Demòn. Pare che le due eroine Candela (Luisa Meloni) e Velita (Pepita Cianfoni), sembrino apparire più ingenue di quanto non lo fossero nella prima puntata: che sia stato il loro primo incontro, o la rivelazione dell'amore di Velita per il soldato-pinguino Sebastian (Paolo Civati), a sua volta innamorato della povera e insoddisfatta Candela. Il grado di vittimismo e di inferiorità di quest'ultima è anche dovuto alle interminabili pressioni della falsa madre Felicia, del fratello ambiguo Dubian (Alessandro Riceci) e dei probabili co-sostenitori del profumo inventato dalla stessa Candela. Ma qualcosa va storto. In casi come questi la formula è sempre “Come andrà a finire?” . Uno dei lati più convincenti è che Spregelburd riesce a chiudere con questo formula leggendaria che rimurgina in modo satirico su se stessa: si prenda gli insoliti Abba con a capo Raffaella Pontarelli (Agnetta/Encarnacion nonché la vera madre delle due eroine protagoniste separate sin dalla nascita). Sarà così anche per il terzo episodio? Noi ci saremo!

Mauro Sole

Nessun commento:

Posta un commento