FESTaCASA 00
principio d'ascolto a cura di Chiara Pirri
Roma // 19 settembre 2010 -casa Pirri-Valentini
Con
ESSE di Gabriella Rusticali, opera musicata per un'attrice, con Gabriella Rusticali,
scrittura video Monica Petracci; al basso Davide Garattoni; alla chitarra Federico Codicé
e
Telemomò di e con Andrea Cosentino/ cucina
Principio d’ascolto è la serata pilota di FESTaCASA, un esperimento che vorremmo diventasse un contagio. L'intimità di una casa che si dilata invita artisti e ospiti a confrontarsi con il sentimento racchiuso nelle sue pietre, nella sua terra, nella geometria delle sue linee, nelle foglie, più della scatola nera del teatro tradizionale, richiede capacità d’ascolto ed improvvisazione. Mettersi in gioco, rischiare, accogliere ed offrire ciò che di più intimo abbiamo è ciò di cui abbiamo bisogno. Nel desiderio della curatrice Chiara Pirri il tentativo di cercare nuove strade, nuovi luoghi, nuovi modelli di produzione per poter continuare a porsi in ascolto e, forti di un equilibrio vulnerabile, inseguire un obiettivo in cammino, in solitudine e in condivisione. (http://www.cultureteatrali.org/news/724-teatro-in-casa.html)
Così è partita, il 19 settembre, la prima serata di un progetto che speriamo possa progredire con nuove e sempre più entusiasmanti sorprese: parliamo di “FESTaCASA”, il minifestival di teatro progettato da Chiara Pirri, giovane studentessa di teatro e arti contemporanee, figlia a sua volta di due illustri esperti del settore, Valentina Valentini, studiosa del teatro del Novecento e di Alfredo Pirri, artista dedito all'arte contemporanea con, alle spalle, numerose e importantissime esperienze seguite dai critici e da numerose riviste. La famiglia Pirri ha lasciato che il loro immenso giardino e la cucina della loro villa si trasformassero in autentici palcoscenici che hanno visto protagonisti rispettivamente Gabriella Rusticali e Andrea Cosentino, due entità teatrali “dell’altra parete” che non hanno bisogno di presentazioni. In un’atmosfera accogliente dove il confronto verbale tra gli artisti, ospiti e invitati è accompagnato da un aperitivo/cena il cui delizioso sapore rende ancora più positive le aspettative della serata, inizia con lo spettacolo Esse di Gabriella Rusticali, frutto anche della collaborazione con la videomaker Monica Petracci. La storica attrice del Teatro Valdoca si abbandona a un ritmo spezzato, indefinito dove la parola “sonora” proveniente dalla voce rauca e agghiacciante di forte impatto si fonda con la pietra, la terra e il verde di quel punto del giardino, una pendenza dall'alto sul quale risiedono i musicisti che accompagnano la Rusticali. Vestita di un elegante blu, questa regina della notte ammalia il suo pubblico tra la memoria e il presente che riaffiorano dal canto e dalla parola che si alternano di continuo. Nelle immagini che scorrono e che diventano tutt'uno con il corpo della donna, sembra che, come una sacerdotessa, attraverso i testi di Bene, Gualtieri e le musiche di Bob Dylan, rivolgendosi anche al pubblico, preannunci una moltitudine di sensazioni di cui si comincia pian piano ad essere partecipi, prim'ancora di credere se abbiamo chiaro o meno il punto chiave di ciò cui stiamo assistendo. Ma si cambia registro e dal giardino si passa alla cucina dove in molti sperano di poterlo vedere immerso nelle sue, ormai conosciute ma sempre gradevoli, imprese: Andrea Cosentino. Dal nulla l'attore-drammaturgo, la cui divertente ricerca profuma leggermente di quello stile non dissimile da un format televisivo comico alla Dandini, tira fuori come al solito da qualche valigia, o uno scatolone di altri spettacoli, i giusti ingredienti a base di “ricette sociali” per introdurci a una strabiliante analisi dell'odierno linguaggio televisivo, di cui lui stesso sarà protagonista. Come? Semplicemente ponendosi davanti a una vuota cornice del nostro immancabile apparecchio con rapidi passaggi costituiti dalle visioni di programmi per bambini (delle macchinine), documentari sugli animali (una pecorella e un leone), momenti per opinioni rilasciate sul successo dall'ultima pin-up (una parrucca bionda che indubbiamente non poteva che costituire l'ultima scema del villaggio) e, infine, i particolari momenti che la chiesa sta attraversando, come sottolinea il nostro Cosentino. Numerosi i servizi sulle dovute prediche del più alto funzionario, il papa Benedetto XVI (una marionetta raffigurante il Papa che disperatamente cerca di poter darci delle risposte). Ma tutto questo non equivale a un solo coinvolgimento di venticinque minuti di risate, bensì anche a un'analisi critica verso noi stessi che abbiamo imparato comunemente a vedere la televisione: l'attore stesso ce lo fa presente facendo riferimento toccando le parti intime. Perché guardare lì se la faccia di Cosentino è incastonata nella cornice? E soprattutto, c'invita sempre lui a riflettere, perché simpatici esperimenti come questi che richiamano sempre più pubblico sono ancora distanti da alcuni teatri istituzionali che pur nell'arco di qualche anno hanno migliorato già di un passo le loro programmazioni? Per il momento saranno iniziative come FESTaCASA ad occuparsene, e quindi, ringraziando Chiara Pirri e il suo staff, non ci resta che aspettare nuovi appuntamenti già in via di allestimento!
Mauro Sole
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