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mercoledì 2 giugno 2010


ORA

scritto e diretto da Luca Giacomozzi

con Claudia Ferri, Francesco Nannarelli, Massimiliano Mosseri

fino al 6 giugno 2010, Teatro Petrolini – Roma

Tre personaggi, tre vite, tre storie. Emozioni che si sfiorano, sentimenti riflessi tra le pagine dei ricordi. Suoni in bianco e nero di un passato che non è mai troppo lontano. Immagini che fermano le speranze di un futuro verso il quale camminare. Parole per guardare in faccia questo presente da vivere,ora" Fonte: http://www.romatoday.it

Tre personaggi, tre vite, tre storie. Tre. Il testo di Luca Giacomozzi ha indiscutibili potenzialità, anche se nella messinscena queste non vengono – a nostro parere – completamente espresse sulla scena. Allora si potrebbe dire che il giovane drammaturgo ha una ottima mano scrivente, ma che il testo in questione andrebbe “registrato” in alcuni parti. Vediamo cosa è accaduto ieri sera…Tre ottimi attori, compressi in storie che oggettivamente non sono poi tanto vicine o che, quantomeno, lo spettatore non riesce molto bene a connettere: va bene parlare di emozioni, di momenti lancinanti, di situazioni che ci toccano, ma si dia al povero spettatore un filo rosso da seguire dall’inizio alla fine, altrimenti le tre storie – ci si consenta l’obiezione – potrebbero essere state quattro, dodici, ventuno o, semplicemente, una… ma, almeno buona e giusta! I tre attori attivi sul palco del teatro Petrolini sono anch’essi colmi di una potenzialità evidente, ma restano soggetti ad una compressione dovuta ad una attorialità troppo presente che non lascia spazio di vita al personaggio. Si badi: la cosa potrebbe dipendere da vari fattori: regia e/o testo. Analizzando il lavoro degli attori, si potrebbe osservare come la parte del personaggio interpretato da Francesco Nannarelli, ottimo attore, dà spazio – appunto – ad un attore che è poco personaggio; Claudia Ferri, eccellente attrice brillante è un po’ debole nella costruzione del personaggio, nonostante il testo sia congeniale al suo modus operandi; stesso discorso valga per l’attore Mosseri, fin troppo libero, interprete di un simpatico personaggio ma forse un po’ troppo libero d’agire come attore, non indirizzato verso una concreta, precisa e diretta azione drammaturgica. La regia dello spettacolo potrà sembrare stupefacente per gli effetti di luce (forse anche troppi), per le musiche, per tutto quello che è (anche) teatro, ma ci si lasci la possibilità di osservare che è un tantino debole, poco capace di “imporsi” all’interno di una relazione “sentimentale-artistica” quale è quella del complicato rapporto tra Attori e Regista. Nonostante questa nostra valutazione, esortiamo il giovane autore a continuare il suo ruolo di drammaturgo in quanto il suo testo, come detto, ha dei punti interessanti e in alcuni attimi dei giochi di parole poetici e ben composti.

Buona Scena! Carlo Dilonardo

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