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lunedì 14 giugno 2010

EMOTICON

Scritto e diretto da Polo Civati

Con il collettivo Attori Riuniti

Anna Amato, Alessandra Paoletti, Antonio Puccia, Assunta Nugnes, Elisa Di Eusanio, Manuela Congia, Andrea Pinna, Roberto Manzi, Valentina Fois

Fino al 12 giugno al Teatro Vittoria - Rassegna “Salviamo i giovani talenti”

Il progetto Emoticon trae la sua origine ispiratrice dalla performance di Koo Donghee “Tragedy Competition” e dall' “Opera da tre soldi” di B.Brecht. Il legame tra queste due fonti è il confronto tra l'essere umano, prostituito dall'attuale cultura in ogni sua esposizione emotiva, e l'attore visto come colui che, se ci riesce, rieccita la compassione umana, cioè, risveglia dalla capacità di rendersi insensibili a proprio piacimento. Emoticon propone, attraverso la dimensione del racconto attivo, cioè in rapporto diretto col pubblico, di giocare con gli stereotipi emotivi attraverso la capacità tutta attoriale di appropriarsi di una storia qualsiasi e di viverla “per davvero”. Vedremo un susseguirsi di piccoli aneddoti “irreali” realizzati con la coscienza di chi, con le emozioni, ci lavora seriamente. Emoticon è una Jam Session teatrale, un gioco POP per raccontare alcune debolezze umane. Emoticon è una macchina ludica fatta di parole e azioni corali al limite dell'imbarazzante. (Paolo Civati)

La formula del teatro indipendente nata nelle cantine e con gli artisti dell’avanguardia è ormai un mito relegato agli anni 60-70 e che oggi inevitabilmente ha finito per coinvolgere con straordinari risultati i teatranti da un percorso più comune. Mi riferisco agli attori del divertentissimo spettacolo “Emoticon”: un agguerrito gruppo di nove attori diplomati all’accademia Silvio D’amico tra gli anni 2000/03 che hanno voluto mettere in gioco il proprio talento in un progetto che permettesse di tracciare nuove strade attraverso l’autoproduzione, un drammaturgia di nuovo stampo e grande energia scenica. Tutto grazie anche all’iniziativa di Paolo Civati che ha costruito un abile gioco d’intrecci e di sorprese inaugurate da una sfilata in stile cabarèt tedesco anni venti con, guarda caso, la canzone dall’opera da tre soldi “Machie Messer” di sottofondo. Le entità animate, gli EMOTICON, appena preso posto sulla doppia panca di ferro, l’elemento scenografico centrale, daranno il via a un’inesauribile serie di racconti, sintesi della tristezza, della frustrazione, della solitudine e delle insoddisfazioni che riguardano tutti noi, ma che arrivano a rubarci tutte le risate possibili proprio per l’illimitata esposizione: come se gli attori confessassero quanto noi non riusciamo, attaccandosi alla più disperata speranza che la vita dei personaggi che interpretano non risulti così inutile. Luoghi e canoni invadono la scena: una povera cassiera del McDonald non riuscirà ad ammettere a se stessa che la precarietà ormai rientra nell’ordine della sua vita sentimentale, considerando la dubbia sessualità dell’ex ragazzo. C’è chi l’amore non le vedrà come la romanaccia che invece di rimorchiare l’istruttore della piscina farà una figuraccia letteralmente di quella brutta parola causata dalle fitte per il freddo dell’acqua e l’inesperienza del nuoto. E non può che mancare lo sguardo autoironico sul teatro come l’attrice che dopo anni di studi si lamenta del suo passaggio dalle stelle alle stalle. Storie come queste e tante altre fatte di disperati ricorsi al credo, un infanzia all’insegna della vergogna per l’assenza di privacy e una riproduzione scherzosamente moderna dell’episodio della crocifissione, si concludono in una macabra cornice di morte paradisiaca che non riuscirà a infrangere le barriere dell’allegria e dell’autocommiserazione. Da vedere!

Buona Scena!Mauro Sole!

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