DIGNITA' AUTONOME DI PROSTITUZIONE
di Luciano Melchionna
dal format Cianchini/Melchionna
dal 27 al 30 aprile - Teatro Quirino - Roma
Dignità Autonome di Prostituzione è la Casa Chiusa dell’Arte. Attori come prostitute, protetti ma alla mercè dell’avventore/spettatore di turno, si lasciano scegliere, esaminare e soppesare in cambio della propria Arte e del proprio Cuore. Rigorosamente in vestaglia o giacca da camera, adescano o si lasciano abbordare dai clienti mentre una “strana famiglia”, tenutaria del Bordello, ha l’arduo compito di stimolare le contrattazioni con i clienti per stabilire il prezzo di ciascuna prestazione. Conclusa la trattativa, il cliente – uno, due, piccoli o grandi gruppi a seconda delle “perversioni” – si apparta con la prostituta di turno in un luogo deputato dove fruirà di una Pillola del piacere teatrale: un monologo o una performance di non più di dieci minuti. Ogni pillola dovrà in qualche modo emozionare, far riflettere e divertire lo spettatore, laddove per divertimento si intenda “uno stupore nuovamente sollecitato” da un teatro che non è auto-celebrativo, ermetico o fine a se stesso ma prima di tutto magia e sogno. Un nuovo approccio allo Spettacolo, un modo per ridare “Dignità” al lavoro dell’Attore e al contempo una provocazione giocosa e sorprendente per riavvicinare il pubblico al mestiere più antico del mondo: il Teatro.
(Fonte: http://www.teatroquirino.it/portale/dignita-autonome-di-prostituzione.html)
Una macchina posteggiata davanti l’entrata del Teatro Quirino, ultradecorata di gadgets rosa e resti di giornali sul parabrezza; una ragazza in un provocante babydoll rosso esposta nella vetrina dell’ingresso: sono alcuni dei primi elementi da cui si può riconoscere l’estroso bordello di “Dignità autonome di prostituzione”, il fortunato esperimento del regista Luciano Melchionna che da due anni riscuote un ottimo successo di pubblico negli occasionali allestimenti. Uno di questi è l’attuale spazio concesso appunto dal Teatro Quirino, i cui camerini e vari angoli (la macchina già citata, la toilette, la cantina con arnesi vari etc) si trasformano in dei veri e propri privèt, ciascuno occupato da uno dei tanti attori del progetto che si presentano alla mercè del pubblico sottoforma di prostitute. Costoro accolgono clamorosamente in vestaglia gli spettatori-clienti all’entrata del bizzarro bordello, dandoci un assaggio dell’atmosfera che pervade lo spettacolo, al bivio tra leggendaria serata gay romana “Mucca Assassina” e il musical “The Rocky Horror Picture Show!”. Troviamo di tutto, i più svariati personaggi che si distinguono l’un dall’altro per la particolare caratterizzazione della loro identità : dalla “frigida”maitress , alla frivola pin-up accompagnatrice Wanda, il “militar gay”, l’imbecille, il fantasma, un’ammiccante e sensuale francesina che ricorda Louis Brooks, la romanaccia che litiga con la prostituta rumena e così via. Giusto il tempo di far accomodare il pubblico in sala, e lo show prende il via su una esibizione canora del cantante Gianluca Merolli sulle note di “Big Spender”, momento che fa da eco al simpatico marchingegno dello spettacolo: i clienti aventi con se i dollarini distribuiti col biglietto d’ingresso, dovranno arrivare a trattative sul prezzo da spendere per la “prestazione artistica” dell’attore-prostituto che sarà scelto. Questo è quanto spiegato da “Lia , la direttrice” e il suo staff in un’immancabile look all’insegna del feticcio. Ma se fino ad ora, quanto si osserva del progetto di Melchionna possa risultare in superficie un’astratta e ironica trasposizione del concetto medioevale “attore uguale prostituta”, lo spettacolo riserva alcune abili sorprese da non dover assolutamente sottovalutare : sorprese che teoricamente altre non sono che le stesse stanze, le performances del bordello. Molti attori, in primis, sin dalla loro sfilata di presentazione mantengono intatta ,al di fuori del loro privèt, la loro identità estrosa che manifestano giocando col pubblico. Non scandalizzatevi quindi qualora un’entità misteriosa dalle labbra sanguinanti si siederà vicino voi accarezzandovi, oppure se riceverete delle offerte con tono ammiccante del tipo “Vuoi godere con me?”. Ma qual è poi il vero godimento? Cosa attende il cliente-spettatore nel privèt riservato ad ogni personaggio? Ebbene gli atteggiamenti fino ad ora elencati lasciano spazio a un turbinio di storie drammatiche, passati burrascosi e forti turbamenti psicologici. Se vi aspettavate di trovare uno spogliarello degno del fisico di “Er Meccanico”, interpretato da Valerio Morigi, troverete il ricordo di un conflitto adolescenziale con il fratello del meccanico romanaccio nella Roma Popolona. Non meno distante è la storia della signora della toilette (la simpaticissima Lina Bernardi) che racconterà di alcuni aneddoti ambigui ai quali ricorreva il marito per mantenere la famiglia nell’immediata Roma del dopoguerra. La provocante francesina (Sylvia De Fanti) non nasconderà il suo contrasto tra la sofferenza e il desiderio sessuale di sentire su se stessa la violenza carnale delle fantasie dei suoi uomini, un omaggio a “Bella di giorno” di Bunuel. Tanti attori diversi, ciascuno per stile e per formazione, che si cimentano nella possibilità di fornire “diverse prestazioni teatrali”. Basti citare la presenza di un’attrice del calibro di Alvia Reale, bravissima nel personaggio dell’ “Ennesima Giovanna”, una donna in perenne disequilibrio nel mantenere la calma davanti ai suoi clienti non appena rimembra la fanciullezza accanto un padre che picchiava la madre e avrebbe cercato di insidiare la figlia. La prostituzione a questo punto risulta da episodi come questi anche il prezzo da pagare, per provare che dietro l'immagine apparentemente ambigua ed energica di questi personaggi c'è sempre un vissuto triste, commovente e profondamente umano, forse troppo spesso ignorato dalla “gente comune”, la gente che facilmente relega storie e persone come parte di quelli rappresentati in un insieme di “scarti umani”.
Buona Scena!
Mauro Sole
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