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lunedì 23 novembre 2009

FILUMENA MARTURANO
di Eduardo De Filippo
Con Luca De Filippo – Lina Sastri
Regia
Francesco Rosi
Teatro Argentina - Roma
dal 6 al 25 ottobre 2009

Filumena Maturano, ex-prostituta, tolta dal postribolo da un napoletano borghese e benestante, Domenico Soriano, tenuta per venticinque anni nella casa di lui come amante, pur se in condizioni d'inferiorità, è l’ autrice di uno stratagemma per farsi sposare "in extremis" da Soriano, il quale vuole porre invece fine al legame perché si è innamorato di una giovane che vuole sposare […]. Filumena ha tre figli, avuti da tre uomini diversi, di cui due rimasti ignoti. Li ha voluti, li ha cresciuti, li ha assistiti, rimanendo nell'ombra senza mai rivelarsi come madre. Solo di uno è sicura la paternità, il figlio di Domenico Soriano, ma Domenico non lo sa e Filumena non glielo dirà mai, in nome della triplice maternità che difende con violenza […].
[fonte: www.defilippo.it]

"Dummi’, sto chiagnenno… Quant’è bello a chiàgnere…"
La scenografia del compianto Enrico Job, accoglie le lacrime versate ancora una volta da Filumena Marturano, protagonista di questo testo che Eduardo De Filippo scrive nel 1946. Scritto originariamente per la sorella Titina De Filippo che rese una grande interpretazione del personaggio, tanto da ricevere maggiori ovazioni del fratello nella rappresentazione del 1947 al Teatro Eliseo di Roma, Filumena sarebbe stata interpretata successivamente da Regina Bianchi, Pupella Maggio, Valeria Moriconi, Isa Danieli fino a Lina Sastri.
C’è un qualcosa di affascinante, a mio avviso, nel “concepimento” di questo personaggio che, forse perché sempre interpretato da stra-ordinarie attrici, riesce a divenire naturaliter una cosa sola con colei che la rappresenta in scena, una con-fusione che diventa estremamente “viva”. Anche nel nostro caso, Lina Sastri scompare per con-cedersi totalmente al dolore, alle emozioni del personaggio. Un po’ sottotono la performance attoriale di Luca De Filippo, un po’ statico sulla scena (la qual cosa potrebbe essere giustificata anche da una precisa scelta registica, forse non proprio esatta), ma si tratta - evidentemente - di un qualcosa relativo alla serata della replica. E' evidente la presenza di un vulcano pronto ad eruttare. Esaltanti, invece, le interpretazioni di Nicola di Pinto, nel ruolo di Alfredo e Antonella Morea, nel ruolo di Rosalia; così come interessanti le performances degli attori che interpretano i figli, fra cui risalta l'effervescente Geremia Longobardo nel ruolo di Riccardo.

Va detto, esprimere un giudizio su questo spettacolo non è cosa facile. E’ uno spettacolo importante in scena da molto tempo, con un successo che va al di là del puro incasso del botteghino, che è provvisto di un sito internet, che vive di una lunghissima tournèe e che quindi manifesta il proprio valore grazie al favore, alla passione che il pubblico gli restituisce - credo - per vari motivi. Non si può fare a meno, a tal proposito, di guardare con ammirazione, con un fascino particolare, l’eredità attoriale-registica che porta sulle spalle Luca: è il figlio di Eduardo De Filippo (nonché il nipote di Eduardo Scarpetta). Un’ eredità (forse) pesante quella di Eduardo, ma parliamo di un uomo di teatro che ha concesso all’Italia di avere un teatro, di fare il teatro, inteso come sangue, sudore, fatica che è poi la nostra idea: un po’ lontana, se non agli antipodi di quella orrenda considerazione di un teatro del/di consumo, che troppo spesso ormai siamo abituati a vedere e che, ahimè, riceve enormi consensi di pubblico e critica, su quegli stessi assi dove Eduardo riteneva si potessero recitare “duemila anni di teatro”…badate, Eduardo diceva recitare, no insultare!!

Buona scena!

Carlo Dilonardo

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