BUON SANGUE NON MENTE
di Raffaello Fusaro e Giammarco Spineo
Teatro della Cometa - Roma
Con Raffaello Fusaro
Musiche dal vivo eseguite da Livio Minafra
Un’Italia quotidiana e allo stesso tempo straordinaria quella descritta attraverso tante storie. Raccontando l’intensità degli affreschi delle cattedrali, le sfumature e gli odori delle campagne, i colori densi delle metropoli, il clamore delle piazze, i profumi delle cucine e quelli della memoria, scorrono storie che vivono nel nostro sangue e popolano le nostre menti.
E’ un’energia irrefrenabile quella che sembra esplodere nel corpo di Raffaello Fusaro, che diventa – in scena – una maschera di fatica, lavoro, sudore; rappresenta, quello che per noi è e, soprattutto, deve essere il lavoro dell’attore. Un esercizio fisico, prima ancora che verbale, questo testo ben miscelato che arriva al pubblico come una raffica di colpi sparati da un mitra impazzito. Un pubblico che ride di sé, delle sue sventure, o forse ride proprio grazie alle sue sventure.
La nostra vita fatta di contraddizioni e contrapposizioni: alto e basso, tradizione e innovazione, pieno e vuoto (così come la vita di Giovanni, un uomo qualunque, uno dei protagonisti “verbali” di questa storia), fino a quando non ci si accorge della frenesia, degli incessanti e stra-ordinari ritmi quotidiani che rientrano ormai nell’ordinario.
Funzionale, o meglio, essenziale è l’apporto musicale che è perfettamente orchestrato da Livio Minafra, ennesimo talento italiano, con un curriculum che lo vede protagonista sulla scena…internazionale (per non dire fuori-nazionale!).
Ma questa è l’Italia, che poi è quella raccontata in questo delizioso spettacolo; un’ Italia, per dirla con le sagge parole del testo, che “Dio ha fatto in gamba, ma senza scarpe”.
Un’ultima annotazione sulla replica dello spettacolo, cominciata subito dopo. Mi si consenta l’infinita citazione a questo proposito, avendo visto alle 22.30 una folla di spettatori intenti ad entrare al “secondo spettacolo” (e sapeva bene di non essere al cinema!!)…– Questa visione mi ha restituito un po’ di fiducia. Forse le cose, finalmente, stanno cambiando? Da parte mia lo spero, nel frattempo, pensando a quella attesa (che rafforza, comuque, l'indubbio valore dello spettacolo)… il naufragar m'è dolce in questo mare.
Buona scena!
Carlo Dilonardo
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