mADEMOISELLE PAPILLON
di Stefano Benni
con
Manuela Bisanti, Giampaolo
Filauro, Elena Mazza, Andrea Zanacchi
Regia Giovanni Carta
Teatro Agorà – Roma
fino al 27 gennaio
Superfluo descrivere quanto accade nel meraviglioso mondo dell’ingenua
Rose, in quanto il lavoro di Stefano Benni è uno dei testi più rappresentati
sulle scene. Nella versione realizzata al Teatro Agorà di Roma dalla Compagnia Velluto Rosso all’apertura del sipario c’è già un dato significativo da dover
evidenziare. La scenografia. Un palco nudo, in cui vive l’essenziale: infatti, pur
privandolo dei più imponenti classici quintaggi, gli scenografi realizzano un
mondo, come quello in cui vive la protagonista, meravigliosamente ridotto al minimo, talvolta onirico, ma
nello stesso tempo vero e reale. Questo ambiente naturale e bucolico in cui
vive la sognatrice Rose, molto ben interpretata da Manuela Bisanti, accoglie
una storia che si divide tra sogno e realtà, in cui il regista, Giovanni Carta,
con un buon gioco di luci riesce a catapultare gli spettatori non solo nei
sogni della fanciulla, ma direttamente nella sua mente: una mente ingenua,
ancora infantile ma che ad un tratto “sogna” un mondo negativo che si muove a sua insaputa,
in cui regnano corruzione, menzogna e depravazione. Una nota a proposito di
questo aspetto va fatta all’ottima messinscena del personaggio di Marie Luise che ne fa l’attrice Elena Mazza. Il suo personaggio, diventa appunto depravato, viscido, a tratti difficile da
rappresentare; ed invece ne esce una figura ben creata ed orchestrata all’interno
dell’universo così fanciullesco del “broccolo” Rose.
Uno spettacolo realizzato interamente da giovani con una buona
preparazione che, certamente, poggia anche su una direzione seria e impegnata
come quella a cui abbiamo avuto modo di assistere.
Veniamo alle nostre note polemiche che spesso hanno diviso i nostri lettori.
Noi di LeGrandiDionisie siamo troppo onesti, è vero e questo non sempre è un
bene…
Si dice che al teatro la gente non va più. E allora, visti ed
osservati alcuni spettatori di ieri sera, siamo felici! Se il pubblico si deve
recare al teatro come se fosse in un giardino pubblico o come all’interno del
peggior chioschetto di periferia meglio che se ne stia a casa. Il teatro è un
luogo sacro. Lo capiscano. Quei giovani, quegli attori, quel regista, lo staff
di questo spettacolo ha duramente lavorato. Lo sappiano certi signori che di
partite e risultati se ne può parlare anche fuori. Non c’è nulla da fare:
mancheranno pure attori bravi, mancheranno pure registi preparati, ma signori impariamo
anche ad esser spettatori…
Al di là di questa nostra sia pur oggettiva considerazione, vogliamo nuovamente ribadire la cura e il notevole impegno percepito attraverso questo spettacolo
con un cast di bravi attori.
In scena fino al 27 gennaio.
Buona scena!
Carlo Dilonardo
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