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giovedì 12 aprile 2012


BASH

di Neil LaBute
traduzione Niccolò Ammaniti
con
Giorgia Sinicorni, Alessandro Riceci, Daniele de Martino
luci Pietro Sperduti; musiche Tiziano Novelli; scene Paki Meduri
regia di Leonarda Imbornone

Roma, Teatro Cometa Off, fino al 15 Aprile

Costituito da una cornice “lampeggiante” spaccata tra una sedia elettrica, una poltrona con drink e un elegante lampadario, ecco uno spettacolo di notevole rilievo e impatto pronto a smuovere disparati pensieri ed emozioni nel cuore di Testaccio, al Teatro Cometa Off. Si tratta di Bash, con la regia di Leonarda Imbornone, magnetico quanto controverso testo teatrale dei giorni nostri scritto dal drammaturgo/sceneggiatore contemporaneo Neil Labute. Un'opera che calca la soglia delle tragedie intime dell'uomo di quest'era ultra-moderna, frantumando le cornici buoniste e serene di quei sogni borghesi sostituiti con le insoddisfazioni, le pulsazioni e gli istinti diventati pericolosi incubi per i protagonisti stessi che li vivono, aggiungendo altro disordine rispetto alla loro sfera sociale. Tre storie, tre monologhi, completamente diversi, ma la cui buona regia della Imbernone li riconsegna al pubblico concatenati dallo squilibrio attuale dell'autoannientamento e del crimine d'omicidio: Medea Redux, Iphigenia in orem, A gaggle of saints, interpretati rispettivamente da un formidabile cast composto da Giorgia Sinicorni, Alessandro Riceci e Daniele De Martino. Il primo vede protagonista una ragazzina tredicienne la cui serenità fu spezzata prima ancora che se ne potesse accorgere, quando fu portata al piacere dal suo professore, finendo però per compiere un atroce delitto che una giovane madre possa compiere vendicandosi del compagno: uno strazio verosimile di cui si fa portavoce l'apparente neutralità di Giorgia Sinicorni, giovane interprete sensibile e così quieta alle parole del suo racconto da farne risuonare il rimbombo della tragedia. Non meno quiete si respira in Iphigenia in orem in cui il bravo Alessandro Riceci su di una poltrona racconta con “disinvolta freddezza” la facciata perturbante e tremendamente sconcertante di una scelta che un padre non dovrebbe mai porsi, pur di salvare il proprio posto di lavoro. Ciligiena sulla torta, o per meglio dire ultimo pugno allo stomaco, il coinvolgente episodio di una giovane coppia ad una festa, un uomo e una donna, fidanzati dai tempi del liceo la cui unione risentirà di qualche incertezza per un terribile atto violento omofobico ad opera di lui: un gesto che più di ogni altra logica letteraria nella toccante, sincera e impulsiva interpretazione di Daniele De Martino, fa sorridere per l'assurdità di un'azione tesa a rappresentare l'omofobia di sé stesso e il silenzio sofferente che questo personaggio sceglie, cullandosi all'idea di vivere felice con una fidanzata (sempre la brava Sinicorni) traboccante di sogni ed entusiamo come un'ochetta che gioca a far la principessa. Cosa li attenderà? Uno spettacolo tutto da vedere!

Buona scena! Mauro Sole!

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