BASH
di Neil LaBute
traduzione Niccolò Ammaniti
con
Giorgia Sinicorni, Alessandro Riceci, Daniele de
Martino
luci Pietro Sperduti; musiche Tiziano Novelli; scene
Paki Meduri
regia di Leonarda Imbornone
Roma, Teatro Cometa Off, fino al 15 Aprile
Costituito da una cornice
“lampeggiante” spaccata tra una sedia elettrica, una poltrona con drink e un
elegante lampadario, ecco uno spettacolo di notevole rilievo e impatto pronto a
smuovere disparati pensieri ed emozioni nel cuore di Testaccio, al Teatro
Cometa Off. Si tratta di Bash, con la regia di Leonarda Imbornone,
magnetico quanto controverso testo teatrale dei giorni nostri scritto dal
drammaturgo/sceneggiatore contemporaneo Neil Labute. Un'opera che calca la
soglia delle tragedie intime dell'uomo di quest'era ultra-moderna, frantumando
le cornici buoniste e serene di quei sogni borghesi sostituiti con le
insoddisfazioni, le pulsazioni e gli istinti diventati pericolosi incubi per i
protagonisti stessi che li vivono, aggiungendo altro disordine rispetto alla
loro sfera sociale. Tre storie, tre monologhi, completamente diversi, ma la cui
buona regia della Imbernone li riconsegna al pubblico concatenati dallo
squilibrio attuale dell'autoannientamento e del
crimine d'omicidio: Medea Redux, Iphigenia in orem , A gaggle of saints,
interpretati rispettivamente da un formidabile cast composto da Giorgia
Sinicorni, Alessandro Riceci e Daniele De Martino. Il primo vede protagonista
una ragazzina tredicienne la cui serenità fu spezzata prima ancora che se ne
potesse accorgere, quando fu portata al piacere dal suo professore, finendo
però per compiere un atroce delitto che una giovane madre possa compiere
vendicandosi del compagno: uno strazio verosimile di cui si fa portavoce
l'apparente neutralità di Giorgia Sinicorni, giovane interprete sensibile e
così quieta alle parole del suo racconto da farne risuonare il rimbombo della
tragedia. Non meno quiete si respira in Iphigenia in orem in cui il
bravo Alessandro Riceci su di una poltrona racconta con “disinvolta freddezza” la
facciata perturbante e tremendamente sconcertante di una scelta che un padre
non dovrebbe mai porsi, pur di salvare il proprio posto di lavoro. Ciligiena
sulla torta, o per meglio dire ultimo pugno allo stomaco, il coinvolgente
episodio di una giovane coppia ad una festa, un uomo e una donna, fidanzati dai
tempi del liceo la cui unione risentirà di qualche incertezza per un terribile
atto violento omofobico ad opera di lui: un gesto che più di ogni altra logica
letteraria nella toccante, sincera e impulsiva interpretazione di Daniele De
Martino, fa sorridere per l'assurdità di un'azione tesa a rappresentare
l'omofobia di sé stesso e il silenzio sofferente che questo personaggio
sceglie, cullandosi all'idea di vivere felice con una fidanzata (sempre la
brava Sinicorni) traboccante di sogni ed entusiamo come un'ochetta che gioca a
far la principessa. Cosa li
attenderà? Uno spettacolo tutto da
vedere!
Buona scena! Mauro Sole!
grazie !!!!
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