L'AVARO
di Molière
di Molière
traduzione Cesare Garboli
regia Arturo Cirillo
con: Arturo Cirillo, Michelangelo Dalisi, Monica Piseddu, Luciano Saltarelli,
Antonella Romano, Salvatore Caruso, Sabrina Scuccimarra,
Vincenzo Nemolato, Rosario Giglio
scene Dario Gessati; costumi Gianluca Falaschi; disegno luci Badar Farok ;
musiche Francesco De Melis
regista
assistente Roberto Capasso; assistente costumista Gian Maria Sposito;
costumi dipinti da Silvia Fantini
produzione Teatro Stabile di Napoli, Teatro Stabile delle Marche
costumi dipinti da Silvia Fantini
produzione Teatro Stabile di Napoli, Teatro Stabile delle Marche
Teatro India, Roma, fino al 18 Marzo.
È quasi una gioia poter constatare, a prova
contraria dei controversi giudizi di molti addetti, come il gran teatro risieda
ancora e rinasca nella lettura fedele di testi classici riconsegnati ai tempi
nostri senza noia. Ci si riferisce questa volta al teatro di Arturo Cirillo e
della sua meravigliosa compagnia immersa in una delle più crude, per così dire,
commedie del leggendario autore francese.
La travagliata vita amorosa di due
giovani fratelli, Cleante ed Elisa, segretamente vissuta con i rispettivi
innamorati, si aggraverà di più quando l'avido padre tenterà di detenere il
futuro della loro vita privata, cercando di accaparrarsi più ricchezza
possibile come tornaconto. Dal canto suo l'avaro non sborsa un centesimo, ma
rimane perennemente attaccato al denaro che custodisce con tanta cura in una
cassetta. La lettura di Cirillo si trasforma dal punto di vista scenografico in
un affascinante schema geometrico culminato dall'accompagnamento di variopinte
luci. Ecco una visione dall'impatto avvincente nello spettatore perché possa
appunto cogliere le sfaccettature di un testo perfettamente giocato tra
esilaranti momenti di comicità e spiragli drammatici amari. Questi son
comportati dall'aggressività con la quale il protagonista agisce, senza
scrupoli, e che trova in Arturo Cirillo un perfetto interprete. Arpagone viene
magistralmente restituito dall'interpretazione dell'attore napoletano con le
azioni concrete di un vecchio sbraitante, ma al tempo stesso, curioso, con un
recitazione straniante: un personaggio quasi descritto in terza persona,
ridicolizzato nella caratterizzazione arcigna che mostra la sua facciata
tragica specie nei brevi momenti di rottura della quarta parete. Bravissimi
anche tutti gli altri attori.
Dalla elegante Monica Piseddu nel ruolo di Elisa,
alla bravura di Michelangelo Dalisi (Cleante), la sincera goffaggine di Rosario
Giglio nei panni Mastro Giacomo, la Mariana di Antonella Romano, Luciano
Saltarelli e Salvatore Caruso. Ultime lodi all'esaltante interpretazione di
Sabrina Scuccimarra, una tempesta incontenibile di humor nell'arte di raggirare l'avido protagonista nel ruolo della
sfavillante Frosina; Vincenzo Nemolato, infine, capace di passare da un ruolo
all'altro (servo/Mastro Simone/il commissario) con una facilità che
caratterizza il giovanissimo interprete. Insomma, svincolato da rigide regole
accademiche un testo che rivive per quasi due ore in una brillante messa in scena
capace di rallegrare e toccare tutti, sempre ammesso che siano rimasti spettatori
disposti ad esserlo... Da non perdere!
Buona scena! Mauro Sole
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