L'ASTICE
AL VELENO
una
commedia scritta, diretta e interpretata da
VINCENZO
SALEMME
con
Vincenzo
Salemme, Maurizio Aiello, Domenico Aria,
Antonio
Guerriero, Giovanni Ribò,
Antonella
Morea, Chiara De Vita, Nicola Acunzo
23 Marzo 2012 – Teatro Goldoni, Livorno
La
vicenda si sviluppa in un giorno, il 23 dicembre, l'antivigilia del
Natale, giorno in cui tutti sono in grande attesa, con le proprie
famiglie, per il religioso evento. I
protagonisti dello spettacolo sono una giovane e seducente attrice,
Barbara (Benedetta Valanzano) innamorata di Matteo (Maurizio Aiello)
un “capocomico” adultero, maschilista e senza scrupoli, e Gustavo
(Vincenzo Salemme), un pony express che nei panni di Babbo Natale
rappresenta la parte buona e sincera dell'amore. Ai tre si aggiunge
un cast ben amalgamato, in cui seppure Salemme ne esce come il
traghettatore, non dimentica – da regista – di dosare le parti
curando alla perfezione tutti gli altri bravissimi interpreti, fra
cui spicca un esilarante Nicola Acunzo, nella parte di un irriverente
Munaciello. Barbara,
stanca delle continue indecisioni di Matteo incapace di lasciare la
moglie, progetta un “velenoso” piano per ucciderlo, ma l'arrivo
di Gustavo complica (o, forse, facilita?) lo sviluppo degli eventi. E
allora si scontrano i vari volti dell'amore: da una parte quello per
l'arte, quello per il teatro, quello per una donna, quello per un
uomo e, dall'altra, un amore egoistico, in cui la materialità,
l'indifferenza spicciola di certi uomini viene ampiamente
rappresentata da Matteo. Su questo tema, rompendo la quarta parete,
Vincenzo Salemme gioca ed interroga il suo pubblico rendendolo
vivamente partecipe della storia che si sta compiendo in scena, dando
vita ad un monologo sull'amore dichiarando apertamente che non
bisogna amare per essere felici con se stessi, ma occorre
innanzitutto essere felici con se stessi per amare. Ma
questo è possibile? E se questo presupposto esistesse solo nei
sogni?...
Immaginate
di assistere ad uno spettacolo in cui si ritrovano Pirandello con i
suoi personaggi che pretendono di avere vita sulla scena; Shakespeare
con alcuni dei suoi più importanti, fra cui Amleto, Cassio, Otello,
Desdemona; Eduardo De Filippo che vigila con grande attenzione che
gli attori rispettino la “sua” scena e con la sua capacità di
immettere comicità in fatti che poi fanno riflettere e tanto comici
non sono; e fate in modo che insieme a questi, ad un tratto, giunga
il dramaturg Vincenzo
Salemme che con comprovata saggezza e raffinatezza teatrale scriva
una commedia che non solo raccoglie l'eredità dei maestri citati ma
che con grande accortezza nei confronti dello spettatore traghetti
quest'ultimo in ciò che si vorrebbe da una vera commedia: un vortice
di risate con una riflessione costante sulle pochezze umane.
Probabilmente,
questo è uno dei motivi per cui lo spettacolo a cui abbiamo
assistito è stato record di incassi nella stagione precedente. I
nostri lettori lo sanno, ci siamo sempre voluti astenere dai facili
elogi, dalle finte vittorie e dalle illusorie recensioni di
spettacoli teatrali realizzati e prodotti soltanto per dare lustro ai
nome in cartellone, facendo del teatro una questione limitata agli
incassi, dimostrando ampiamente che poi di teatro non è che ce ne
fosse granché sulla scena (infatti è questo l'omicidio della nostra
scena teatrale).
La
scrittura drammaturgica di Vincenzo Salemme, sin dal capolavoro di
...E fuori nevica!,
passando
per Premiata
Pasticceria Bellavista è
una scrittura rispettosa, pulita e che definirei “cognitiva”. Una
scrittura di conoscenza: nei confronti del pubblico, nei confronti
del teatro stesso, perché Vincenzo Salemme, il teatro lo conosce
bene, in scena si diverte, ama l'arte, ama il teatro e – crediamo –
non potrebbe fare altro proprio perché l'amore
che dimostra per la scena lo rende felice come
un bambino con il suo primo giocattolo da cui non si stacca mai.
Uno
spettacolo che, a nostro avviso, diventa per taluni aspetti anche una
lezione di teatro compiuta all'interno del bellissimo ed accogliente
teatro Goldoni della città di Livorno che ha ospitato una commedia
che val la pena di essere “vissuta”.
Buona
scena!
Carlo
Dilonardo
Nessun commento:
Posta un commento